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carpe diem

ship: hyunho

genere: azione, smut

trama: dove durante una missione qualcosa va storto, e Minho e Hyunjin comprendono quanto siano importanti l'uno per l'altro.

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La notte era oscura, solo i bagliori intermittenti delle esplosioni illuminavano il vecchio complesso industriale.

Minho e Changbin erano spalla a spalla, lottando contro un gruppo di mercenari che li avevano accerchiati.

I colpi di arma da fuoco rimbombavano tra le pareti di cemento, e il rumore delle granate esplose si mescolava alle urla di battaglia.

"Non possiamo reggere ancora a lungo!" gridò Changbin, lanciando uno sguardo preoccupato a Minho. La loro squadra era in minoranza, e i proiettili sarebbero presto finiti.

"Lo so!" rispose l'altro, il sudore gli rigava il volto mentre si spostava rapidamente dietro una colonna per ripararsi dai proiettili.

Guardò alla sua destra, controllando la situazione.

Tutti i suoi compagni stavano tenendo duro, tentando di abbattere gli avversari.

Cercò una testa corvina, trovandola poco più avanti. Mirò ad un tizio che si stava avvicinando, approfittando della distrazione di Hyunjin, e lo colpì.

Nel continuare ad indietreggiare, erano quasi arrivati ad affiancare dei corridoi da cui sarebbero scappati, proprio come avevano programmato.

Changbin e Minho si muovevano in perfetta sintonia, coprendosi a vicenda mentre si dirigevano verso l'uscita.

Ma a metà strada, un'esplosione più potente delle altre fece tremare il pavimento, sollevando una nuvola di polvere e detriti.

"Andiamocene!" esclamò Changbin.

Minho annuì, sapendo che non avevano altra scelta.

Si diresse verso l'entrata del passaggio, lanciando un'ultima occhiata alla parte rimanente della squadra che scompariva nel corridoio opposto.

Vide Hyunjin voltarsi verso di lui, ed entrambi si fecero un cenno con la testa, prima di seguire gli altri.

Corse, mentre un'altro boato si fece strana nelle sue orecchie.

Con il cuore in gola, Minho raggiunse l'uscita e si gettò fuori, rotolando sull'asfalto mentre un'altra esplosione scuoteva l'edificio alle sue spalle.

Si alzò in piedi, respirando affannosamente e osservando il complesso che iniziava a collassare su se stesso.

"Hyunjin..." mormorò, il terrore crescente nel suo petto. Si chiedeva se il più giovane e il resto della squadra ce l'avessero fatta.

Un'enorme esplosione finale squarciò l'aria, lanciando fiamme e detriti in tutte le direzioni.

Il ragazzo si coprì il volto con il braccio, sentendo il calore dell'esplosione sulla pelle.

Quando finalmente il rumore si affievolì, si girò verso le rovine fumanti, il cuore stretto dall'ansia.

Changbin si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla.
"Andiamocene di qui prima che qualcuno decida di controllare cosa è successo" disse "Gli altri ci raggiungeranno al covo, come secondo il piano"

Minho si guardò attorno un'ultima volta, sperando di scorgere tra le ombre e il fumo, delle figure familiari avvicinarsi.

La mano di Changbin lo incitò a voltarsi e a seguirlo, e così fece.

Insieme, i due amici si allontanarono dalle rovine, in compagnia di quella piccola parte della squadra.

Arrivati al loro rifugio, tutti quanti si divisero, esausti, sporchi e feriti.

Minho si ritirò in un bagno, dopo un'ultima rassicurazione da parte di Changbin.

Si levò, con fatica, i vestiti di dosso e si chiuse in doccia.

La sua mente era occupata da Hyunjin, non riusciva a smettere di chiedersi se stesse bene. Era strano il fatto che non avessero incrociato i loro compagni, lungo la strada del ritorno. Sperò che si trattasse solamente di un lieve ritardo.

Tentò di rilassare i nervi sotto il getto caldo, beandosi della fragranza dello shampoo, che eliminò la puzza di fumo e la sensazione di sporco sulla sua pelle.

Una volta terminato di lavarsi, si legò un'asciugamano in vita ed entrò nella sua stanza, per indossare dei vestiti puliti.

Subito dopo andò a bussare alla porta della camera di Hyunjin, ma quando la spalancò, la trovò vuota.

Scese quindi al piano inferiore, dove incontrò solo qualche suo compagno mangiare qualcosa a tavola.

Si avvicinò a Seungmin, che stava armeggiando con un'auricolare. Appoggiati vicino a lui, c'erano un trasmittente e un cellulare.

"Notizie?" domandò.

"Niente di niente. Non ricevo alcun segnale" rispose il più giovane, mortificato "Fidati di loro, torneranno vivi. Dopotutto c'è Chan insieme a loro" aggiunse, sorridendogli leggermente.

Minho annuì. Si fidava ciecamente del suo capo, ma nonostante fosse un tipo molto intelligente, non poteva fare miracoli, e non era neppure un supereroe.

"Fai cambio con qualcuno, ogni tanto" gli consigliò, accarezzandogli un braccio prima di tornare in camera sua.

Sbuffò, una volta rimasto solo. Si portò le mani ai capelli, arruffandoli.

Non capitavano spesso, situazioni del genere. Sapeva di non poterlo fare, ma voleva andare a cercarli. Chan lo aveva vietato. Per frenare quell'impulso, si accese una sigaretta e si affacciò alla finestra.

Era consapevole del fatto che Chan disponeva di telefoni con cui avrebbe potuto chiamare soccorsi, aveva diversi legami in giro per la città. Eppure, al cellulare non rispondeva, e il fatto che i loro auricolari e le loro trasmittenti non ricevessero, alimentava in Minho lo stato d'ansia.

Espirò, osservando il fumo dissolversi nell'aria. Realizzò che assomigliasse alla vita, ai momenti. Un'attimo esisti, e l'attimo dopo non più. Una grossa nuvola di fumo che velocemente sparisce nel nulla.

Strinse un pugno, sbuffando.

Passarono due ore, che per Minho durarono un'eternità. Sul marciapiede, proprio sotto alla sua finestra, giacevano tre mozziconi di sigaretta.

Era sdraiato sul letto, con lo sguardo rivolto verso il soffitto.

Improvvisamente udì dei rumori provenire dal piano inferiore: diverse voci, diversi passi.

Sentì qualcuno correre lungo il corridoio, e a quel punto, con il battito accelerato, decise di andare a controllare.

Mentre scese le scale, distinse meglio le voci, associandone alcune a dei volti dei suoi compagni tanto attesi.

Deglutì e aumentò il passo, nonostante la paura di trovarsi davanti un amico ferito gravemente o addirittura morto.

Ma non appena fece la sua entrata in salotto, incontrò la figura di Hyunjin, che si stava già avvicinando.

I loro sguardi si incrociarono immediatamente e Minho si lasciò sfuggire un pesante sospiro.

"Minho" mormorò il più giovane con tono sollevato e un sorriso felice.

Il maggiore si buttò addosso a lui, avvolgendolo tra le sue braccia e facendolo leggermente indietreggiare.

"Sei vivo" sussurrò, percependo l'ansia e la tensione scivolare via.

"Mhm" fece l'altro "C'è stato un piccolo contrattempo"

Minho voltò il capo, facendo scontrare le loro labbra.

Hyunjin spalancò gli occhi, sorpreso. Non si erano mai baciati davanti al resto della squadra.

Un sapore salato si aggiunse al bacio, e Hyunjin gli accarezzò una guancia, asciugandogli le lacrime.

Le sue palpebre si abbassarono, e mosse la sua bocca su quella dell'altro, tentando di rassicurarlo.

Quando si separarono, Minho si guardò attorno.

Incontrò gli occhi di Chan ed entrambi si fecero un cenno.

Hyunjin sorrise al capo, prima di fare qualche passo in avanti, portando Minho - ancora stretto a lui - ad indietreggiare.

...

"Perdona la mia reazione" mormorò Minho, nel buglio della stanza.

"Non scusarti. Mi sarei preoccupato da morire anche io, se fossi stato al tuo posto" lo rassicurò il più giovane.

Gli venne la pelle d'oca, quando il maggiore sospirò sul suo collo. Un brivido corse lungo la sua schiena, ma non era dato dal freddo. Il calore della coperta e del corpo addossato al suo, erano abbastanza.

"Avrei pianto anch'io" aggiunse.

Gli dava le spalle, e la sua vita era avvolta dalle sue braccia.

"Non pensarci" gli disse il maggiore.

Lì, sdraiati sul letto di Minho, stavano ripensando a quanto era accaduto.

A come si sarebbero sentiti, se avessero perso l'altro.

Quando Hyunjin aveva visto Minho piangere, aveva percepito lo stomaco rivoltarsi in un tumulto e un calore dolce irradiarsi nel petto.

In quell'istante aveva compreso la verità del suo cuore: era innamorato di Minho.

L'attrazione iniziale, semplice e viscerale, si era trasformata in un sentimento complesso e profondo.

In quel bacio carico di preoccupazione, Hyunjin aveva capito quanto il loro legame fosse mutato. Non erano più semplicemente amici, né soltanto due anime che condividevano l'intimità della notte.

"Non voglio più dividermi da te, da ora in poi muoviamoci sempre assieme nelle missioni" lo pregò Minho.

Hyunjin sorrise leggermente prima di voltare la testa, avvolgere tra le dita i capelli del maggiore e baciare le sue labbra.

La paura era stata tanta. La tensione pure. Il corvino non aveva fatto altro che pensare a Minho, quando avevano trovato un'ostacolo in quel corridoio e quando erano stati quasi catturati dalla polizia. Durante quella corsa, aveva desiderato ardentemente di essere in compagnia di Minho.

E quest'ultimo era stato quasi mangiato vivo dall'ansia, dal terrore che la possibile morte di Hyunjin gli provocava.

Quella paura profonda li aveva scossi così intensamente che un semplice abbraccio non poteva placare i loro cuori turbati.

Avevano bisogno di sentirsi vivi l'uno nell'altro, di percepire il battito del cuore nel tocco reciproco, di perdersi in respiri affannosi, in un'irrequietezza febbrile.

Desideravano sentirsi fino in fondo, provare emozioni che li travolgessero, abbandonarsi a sensazioni travolgenti.

Solo così, in quel tumulto di agitazione e gioia, avrebbero trovato conforto e la certezza che il loro legame fosse ancora saldo, ancora vivo. Che fossero ancora insieme, e che il pericolo li avesse solo sfiorati.

...

Il naso di Minho sfiorò il collo di Hyunjin, le sue labbra si posarono sulla sua pelle, viaggiando fino alla mandibola.

Il corvino tremava contro di lui, premendosi sempre di più contro il suo corpo, contro le sue dita.

Dita che, al momento, si stavano muovendo avanti ed indietro tra le natiche di Hyunjin, sprofondando nella sua entrata.

E Minho tornò con la mente a qualche ora prima. Un'attimo prima aveva temuto di aver perso Hyunjin, e un'attimo dopo lo aveva stretto tra le braccia. Avrebbe continuato a buttare fuori fumo, anche se si sarebbe dissolto. Proprio come i momenti, che li vivi per poi passare ad altri.

Con la mano libera, Minho afferrò un lembo della t-shirt di Hyunjin, portandolo verso l'alto. Il corvino tentò di aiutarlo, alzando per un'attimo la spalla dal materasso. Una volta sfilata anche dalle braccia, Minho la buttò a terra e gli viziò la schiena di baci.

La sua testa scomparve sotto la coperta, e le sue labbra lambirono la pelle di Hyunjin, il quale venne percosso da brividi.

Quando ritenne di non stargli più recando dolore, mosse le dita più velocemente, facendo contorcere il corvino.

I suoi capelli erano tutti arruffati quando sbucò fuori dalla coperta.

"Oddio" gemette Hyunjin, arpionando il cuscino per poi voltare il viso e sprofondarci la faccia per tentare di coprire i versi.

A quel punto Minho lo spinse leggermente dalla spalla, portandolo a pancia in giù sul materasso.

Senza rimuovere le dita, si sedette a cavalcioni sulle sue cosce. Gli abbassò i pantaloncini per quello che bastava a scoprirgli le natiche, poi appoggiò una mano al materasso, tendendo il braccio. L'altra falange continuò a spingere tra le carni di Hyunjin.

Il profilo del viso di quest'ultimo venne allo scoperto quando appoggiò una guancia al cuscino. La sua espressione era dipinta da puro piacere.

La sua schiena poteva fare invidia a quelle delle sculture, e Minho ringraziò il lampione fuori dalla finestra che gli permetteva di vedere.

Le sue dita beccarono un punto che fece spalancare la bocca a Hyunjin, il quale si contorse e si fece scappare un forte gemito.

"Più forte. Lì, ti prego" ansimò Hyunjin.

Mentre gli recava piacere, godendosi quella eccitante vista, l'accaduto di quella sera diventò un ricordo lontano. Fumo che lo rendeva più dipendente e un momento che lo avvicinò ancora di più a Hyunjin.

Dopo qualche ultima spinta, sfilò le dita e le ripulì sulle lenzuola. Sovrastò il corpo del corvino con la sua figura e si chinò sul suo viso, baciandogli la guancia.

Gli sfiorò la schiena con le labbra, ricoprendolo di brividi e lasciandogli il tempo per riprendere fiato.

Gli sfilò i pantaloncini e i boxer, poi si svestì.

"Tutto bene?" domandò, tornando a sovrastarlo.

Hyunjin annuì, voltandosi leggermente verso di lui.

"Vuoi continuare?" chiese in seguito.

"Sì" rispose il corvino.

Il busto di quest'ultimo venne avvolto dalle braccia muscolose del maggiore, e lo incitò a tirarsi sù.

"Vieni qui" mormorò. Si sedette con le spalle contro il muro e fece accomodare Hyunjin a cavalcioni sul suo bacino.

"È okay?" gli domandò, prendendosi qualche altro attimo per accarezzarlo quando il corvino appoggiò la propria schiena al suo petto.

Il più giovane annuì, percependo le labbra di Minho sulla sua spalla.

Qualche attimo dopo, le mani del maggiore afferrarono delicatamente i fianchi dell'altro, che alzò un pò il sedere. In seguito, si calò sul suo membro, buttando il capo all'indietro e stringendo le mani di Minho.

Non appena fu del tutto seduto sul cazzo di Minho, respirò a fondo, per poi provare a muoversi di poco su e giù.

L'altro si lasciò inglobare, accarezzandogli le cosce e il petto. Gli sfiorò i capezzoli, facendolo contorcere leggermente.

Una mano di Hyunjin andò dietro alla propria testa, infilando le dita tra i capelli di Minho.

Il respiro di quest'ultimo sul suo collo lo fece rabbrividire.

"Dio, Hyunjin" gemette, stuzzicandogli la punta del membro, facendogli inarcare la schiena.

Gli schiocchi causati dalla loro pelle facevano compagnia ai loro respiri affannati e ai flebili gemiti che Hyunjin rilasciava quando si calava sul membro.

Le sue iridi corsero verso l'alto, non appena il maggiore gli avvolse completamente il membro, muovendo la mano su e giù.

Improvvisamente si chinò un pò in avanti, appoggiando le mani sul materasso, affianco alle gambe di Minho.

Notando che il ragazzo fosse stanco, il maggiore gli afferrò i fianchi e prese il controllo degli affondi.

Un verso più forte sfuggì dalle labbra gonfie di Hyunjin, e Minho notò lo sua schiena tremare di più.

"È qui?" domandò, continuando a spingere il bacino di Hyunjin contro il proprio membro.

"Sì, lì, più veloce" lo supplicò il corvino, portando le iridi verso l'alto nell'avvertire la sua prostata venire colpita.

"Sto per venire" ansimò dopo qualche altra spinta.

Entrambi si liberarono negli attimi seguenti, tremando.

"Tutto bene?" domandò Minho con il respiro affannato, allungandosi verso la sua sinistra. Tastò a tentoni sul suo comodino, e non appena le sue dita trovarono plastica, afferrò il pacchetto di fazzoletti.

"Sì" sussurrò Hyunjin, emettendo un soffice ansimo quando Minho gli pulì la pelle, sporca nei punti sensibili.

Si girò verso di lui, il quale stava buttando tutto a terra, e si sedette a cavalcioni su di lui. Avvolse il suo collo tra le braccia e lo baciò. Minho lo strinse immediatamente a sé.

Entrambi realizzarono di sentirsi meno tesi rispetto a prima, la tensione e la paura si erano affievolite.

"Ti amo" sussurrò il maggiore tra i baci.

Notò Hyunjin bloccarsi, sorpreso, ma lui continuò a stampargli sulla guancia il tocco delle sue labbra.

Poi ritornò sulle sue labbra.
"Ti amo, Hyun" ripeté, guardandolo negli occhi.

Dopo un attimo di realizzazione, con il cuore a mille, il più giovane riuscì a rispondere.
"Ti amo anch'io"

Le loro bocche si incontrarono nuovamente, sigillando quella dichiarazione sussurrata.

THE END.





───── ❝ 𝐚𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞 ❞ ─────

sono imbarazzata e consapevole del fatto che le parti più riflessive appaiono diverse dal resto del testo, ma non so scrivere scene smut o di azione in modo poetico.

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