Chapter 17- Black leather jacket

Scappiamo dal vicolo e giriamo a destra, sto per continuare a correre quando Dylan mi afferra per la vita e mi schiaccia contro il muro, in un angolo che è fuori dalla sua visuale.
Preme il suo corpo contro il mio il più possibile e mi avvolge le braccia intorno alla vita. Riesco a sentire il suo fiato su di me. Odora di vaniglia e muschio. Sento i passi del ragazzo che si avvicinano e trattengo il fiato. Dylan indossa una giacca di pelle nera quindi speriamo di essere scambiati come parte dell'ombra.
Il ragazzo gira a sinistra in fondo alla strada, ma restiamo immobili ancora per qualche secondo prima che Dylan si stacca ed io inalo tutta l'aria che potevo.

Non sono morta!

Sollevo lo sguardo verso Dylan e noto che i suoi occhi mi stanno esaminando. Si avvicina e mi mette la mano sotto al mento per farmi guardare nella direzione dei suoi occhi. "Stai bene?" chiese.
Annuisco e abbasso lo sguardo verso le mie mani giunte. Mi solleva di nuovo il mento per alzarmi lo sguardo verso di lui. "Hey, è tutto apposto, ci sono io adesso. Non lascerei che qualcuno ti facesse del male." Non so perchè, ma mi fa sentire davvero al sicuro. Mi ha salvato la vita.
Avvolgo le mie braccia inorno al suo collo e appoggio la testa sulla sua spalla. All'inizio si immobilizza, ma poi mi avvolge le braccia intorno alla vita e ricambia il mio abbraccio. "Grazie." sussurro.
"Nessun problema, nerd." mi sussurra nell'orecchio e mi fa venire i brividi.
"Da dove diavolo li hai tirati fuori quegli insulti?" chiedo.
Dylan muove i suoi finti capelli lunghi e ridacchia. "Tumblr, duh." Scoppio a ridere. Oh mio dio.

Dylan mi accompagna a casa e mi fermo fuori dalla porta. "Grazie mille, Dylan, davvero, mi hai salvato la vita. Ti devo una favore."
"E' sempre un piacere." Dylan si inchina e sorride. "Quindi mi devi un favore, huh?" chiese con un sorrisetto.
Mi lamento e mi sbatto la mano in faccia mentalmente. Mi avvicino a lui. "Non preoccuparti, tutto quello che voglio è un bacio." sussurra, tenendomi per la vita.
Sorrido. "Okay." I suoi occhi si spalancano. "Davvero?" sussurra. Annuisco e mi sporgo, baciandogli leggermente la guancia.

Ridacchia e rotea gli occhi. "Mi sa che questo è il massimo che otterrò da te, huh?" dice e fa un passo indietro.
"Buona notte, nerd. Ci vediamo domani." dice e mi fa l'occhiolino, andando via.
Guardo la sua ombra farsi sempre più piccola fino a quando non la vedo sparire. Apro la porta di legno di casa mia e salgo silenziosamente al piano superiore. I miei genitori molto probabilmente stanno già dormendo.
Forse gli avevo mentito dicendogli che restavo da Ruby solo per il fatto che mi avrebbero fatto una predica assurda se gli avessi detto che ero stata a casa di un ragazzo, quindi è andata così. Spero davvero che stiano dormendo.
E ad essere onesti, mio padre probabilmente avrebbe sfottuto me e Dylan. L'ultima volta che avevo abbracciato un ragazzo mio padre aveva inizito a cantare. "Maya e Colton seduti sull'albero che si B-A-C-I-A-N-O."
Era imbarazzante perchè lo aveva detto priorio DI FRONTE AL RAGAZZO.
Genitori... ugh.
Mi tolgo i vestiti ed entro nella stanza. A casa di Dylan, dopo essermi tolta l'uovo e il cibo che era in posti in cui non sarebbe dovuto essere, mi ero messa il vestitino bianco di Ruby. Glielo avrei restituito domani insieme al suo bikini.
Entro nella doccia e chiudo gli occhi, facendo finta di essere sotto una cascata. Cosa? Lo hai mai fatto prima?
Vi capita mai di fare quei pensieri molto profondi sulla vita mentre siete nella doccia, perchè in pratica è l'unico posto in cui ci si può davvero rilassare? Perchè io lo faccio sempre.
Sorrido mentre guardo le piccole gocce d'acqua che mi cadono dalle gambe.
Forse non sarei finita come una gattara con cinquanta gatti.
Forse però, ad essere onesti, sarei finita così.