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_Capitolo 2_

«Una farmacia, un cinema, in sta città è tutto lasciato a morire possiamo andare letteralmente ovunque, ma basta che vi decidete infretta!»
Sbottò Mary mentre era al tavolo della mensa scolastica assieme a Jake, Noah e Sarah. Stavano ancora decidendo dove fare l'esplorazione del giorno ma per qualche motivo c'era un bel po' di indecisione nel gruppo.
«A me interessa il cinema.»
Replicò Jake continuando a mangiare il suo panino, seguito subito dopo dalla disapprovazione di Noah e la sua voglia di andare nella farmacia. Sarah stava rimanendo imparziale nella questione, mentre che Mary scocciata stava per strangolare uno e due.
«Sapete cosa, mi avete rotto! Andiamo in quella stupida piscina abbandonata che è a meno di 2 kilometri da qui, niente scuse!»
Mary dovette imporre a forza la nuova destinazione e senza nessuna scelta gli altri poterono solo approvarla. Quel pomeriggio alle cinque in punto si sarebbero recati lì alla ricerca di altri indizi sul caso.

*

Mary era arrivata in anticipo nel luogo di ritrovo, non le dispiaceva arrivare prima degli altri, anzi lo trovava divertente attenderli lì e sorprenderli. Mentre che aspettava prese un minuto per ispezionare il fuori del locale : la facciata davanti sembrava quella di un normale centro sportivo, anche se il colorito giallo muffa e le varie piante che si erano fatte strada su tutto il perimetro dicevano il contrario. Si leggeva ancora la frase "piscina locale" scritta in lettere cubitali sbiadite sotto il portone in vetro-plastica sfondato. Controllò l'orario : erano solo le quattro e mezza, era arrivata troppo in anticipo e questo le dava il sangue al cervello.
«Chissene frega, inizio ad entrare, li aspetterò dentro!»
Enunciò tra se e se ed entro nel posto.
La lobby principale era praticamente vuota, era rimasto lì solo il bancone, e tutto il resto era stato probabilmente portato via dallo staff o da qualche ladro, rimanevano solo le finestre rotte da cui entravano prepotentemente alcuni fasci di luce; passando avanti c'era un lungo corridoio che si divideva tra gli spoiatoi maschili e femminili, anche quelli vuoti con solo alcuni armadietti integri senza nulla dentro apparte degli insetti; prendendo l'altro corridoio invece si arrivava alle vasche, e con sorpresa di Mary erano ancora piene d'acqua. Si affacciò su quella della prima corsia, solo per trovarsi davanti a dell'acqua putrida, piena di insetti morti dentro e perfino rane che avevano colonizzato il tutto. Le sembrò quasi affascinante che la sua testa iniziò a pensare ad alcuni racconti che poteva scrivere su una piscina mal ridotta come quella che aveva davanti agli occhi.
«Un omicida che si aggira nella piscina abbandonata ed uccide le rane, per poi lasciarle sullo zerbino delle case dei cittadini...Una trama che si può sviluppare!»
Molte volte le capitava di andare in posti abbandonati solo per trovare queste idee, i suoi compagni tendevano ad allontanarla per questa sua passione ma Noah e Jake l'hanno sempre capita più di tutti gli altri, accompagnandola nei posti più surreali e leggendo i racconti tratti da essi. Riemersa dai suoi pensieri prese dalla tasca del suo giubbino in pelle marrone il telefono per fotografare lo scenario della prima vasca, solo mentre che scattava la fotografia si rese conto del forte odore di marcio che c'era in quel posto. Un odore così forte che aveva ignorato fino a quel momento presa dalla curiosità. Guardò anche le altre due vasche, stesso scenario della prima, forse anche in condizioni peggiori. Era chiaro che quel posto forse fosse solo abbandonato a se stesso, ma Mary doveva trovare qualcosa per autoconvincersi che non fosse così. Con la coda dell'occhio scorse un'altra porta sullo stesso muro in cui c'era quella da cui era entrata, con la differenza che sopra essa vi era un enorme cartello che segnava che la stanza era solo per il personale del posto. Mary si avvicinò ed aprì la porta : dentro quello stanzino c'erano così tanti tubi da piscina, tavole, palloni, costumi ed occhiali che era impossibile contarli a prima vista, ma l'odore di muffa seguito da un odore ancora più forte di putrefatto invadeva quel minuscolo posticino. Si sentiva soprattutto un ronzio fastidiosissimo di varie mosche provenire dalla catasta di tubi, Mary prese un respiro e con coraggio li spostò dall'altro lato, solo per trovare sotto a tutta quella catasta una gamba di essere umano. Rimase impietrita da quella visione, una vera gamba era lì, si poteva ancora notare il sangue sparso su di essa ed il taglio netto che era stato fatto per dividerla dal resto del corpo, mentre che le mosche che invadevano lo stanzino stavamo appiccicate alla parte più interna dove il bordo di un osso ingiallito stava provando con tutte le sue forze ad uscire. Mary aveva la nausea e non poté fare altro che scappare da lì a rotta di collo, dove fuori la attendevano proprio il resto della sua combriccola, dato che mentre che perlustrava per fatti suoi si erano fatte le sei meno venti, guardò i suoi amici quasi con vergogna per non averli aspettati e la nausea si fece ancora più intensa. Jake era abbastanza preoccupato nel vederla così ma non fece subito parola, era bloccato dal vederla così fuori di sé, perché di raro vedeva Mary in preda alla vergogna e sul punto di piangere, troppo abituato a vederla sembra energica e sicura di sé; Noah era stizzito dal gesto egoista, ma guardando meglio in faccia l'amica capì che era successo qualcosa e la sua espressione facciale si addolcì; mentre Sarah fissava i tre come una bambina che non stava capendo la situazione, con uno sguardo sperduto. Mary prese coraggio e senza mettersi a piangere davanti a tutti per la profonda vergogna che provava formulò una frase.
«Scusate se non vi ho aspettati...Davvero mi dispiace, però volevo perlustrare il posto prima di voi e...ed ho trovato un pezzo di cadavere e...Mi dispiace...»
Singhiozzo tenendo la testa basta, Noah e Jake corsero ad abbracciarla mentre che Sarah continuò a rimanere in disparte provando a processare la situazione.
«Eddai sta tranquilla non è successo nulla, adesso rientriamo assieme a vedere la situazione.»
Provò a tirarla su di morale Jake dandole una pacca sul capo, mentre che Noah le prendeva le guance aprendogliele in un semi sorriso, venendo respinto subito dopo. Una volta rimesso in sento entrarono tutti di nuovo nel posto, prestano più attenzione a eventuali nuove parti corpore che potevano essere in zona; mentre che Noah e Jake supervisionavano  la lobby principale, Mary si portò di corsa Sarah in disparte dietro il bancone vuoto. L'aveva vista stare lì a fare nulla mentre che lei era in un momento di difficoltà, ed ora che si era calmata moriva dalla voglia di dirgliene quattro per il suo egoismo.
«Senti un po' qua, prima inizi a rubarci Noah per tutto il tempo che ti pare ed ora pretendi pure di infiltrarti nel nostro gruppetto per poi fare la totale insensibile! A noi non serve gente così schifosa quindi vedi di lasciarci in pace e farti la tua vita lontana dalla nostra.»
La ammonì incazzata, anche se la faccia di Mary sembrava più calma di quello che mostrasse, quanto a Sarah la fissò con sguardo perso, per poi guardarsi i piedi e nuovamente la faccia di ella.
«Scusami Mary...»
Uno schiaffo potente le arrivò in faccia appena terminata la frase.
«Scusami un paio di maniche, io odio le persone che fanno tutte le carine ma in realtà sono mostri senza cuore come te. Vedi di sparire perché l'unica cosa che sai fare bene è il fottuto cagnolino ed a noi gente così non serve affatto vuoi capirlo o no? Al posto di venirci dietro senza scopo va con i tuoi amichetti nella tua lussuosa famiglia ricca, perché tanto tutti voi così siete sempre i più fortunati!»
Mary la spintonò via da sé e Sarah senza dire parola corse fuori dall'edificio con un volto cupo, Noah si accorse del casino e si staccò da Jake per raggiungere l'altra e capire che era successo.
«Perchè Sarah è scappata via scusa?»
«Boh stava male, il posto la metteva a disagio...Vabbè vivremo anche senza di quella.»
Ruotò gli occhi e passo avanti, ma l'altro la prese per il braccio immediatamente, comprendendo al volo la situazione.
«Senti solo perché non è venuta anche lei a consolarti non significa che non fosse dispiaciuta per te.»
«Non me ne frega proprio niente di quello, ora se vuoi scusarmi.»
Gli staccò forzatamente il braccio ed a passo accelerato andò nuovamente verso le vasche lasciando i due indietro. Arrivata nuovamente lì diede una seconda occhiata ad esse, putride come le aveva trovate, ma stavolta le riportarono in mente solo tanti pensieri scomodi : quei posti li vedeva sempre in televisione, e amava scrivere dei piccoli racconti nei temi scolastici ispirandosi ad essi, ma finiva sempre per terrorizzare i suoi compagni di classe e l'insegnante. Andando avanti le ragazze più popolari si prendevano gioco di questa sua creatività macabra dandole della strega e della psicopatica, ma lei non si arrese mai nel suo sogno di scrivere. Anche se finiva in tarda notte a piangere chiedendosi perché era così strana si rialzava e continuava a scrivere, ed andare addosso a tutte quelle critiche, mettendo l'arroganza come riparo da un eventuale crollo emotivo. Odiava a morte la gente con zero empatia verso di lei, anche se succedeva una sola volta era cruciale per essere listato negativamente, e Sarah in un solo colpo l'aveva istigata in tutti i modi possibili. Senza pensarci troppo ritornò nuovamente in quello stanzino, stavolta la gamba era perfettamente in bella vista senza nessun oggetto a coprirla. Ora non le faceva impressione e non provava disgusto a guardarla, le dava solo fastidio.
«Mi fa davvero schifo, come quel cagnolino schifoso. Ma io non mi abbasserò a fare la ripugnante come lei, io la guarderò e basta perchè sono superiore.»
Rassicurò se stessa osservando lo sciame di mosche che consumava la parte interna della gamba facendo a gara a chi ne prendeva di più.
Noah e Jake finalmente la raggiunsero nello stanzino, rimanendo un attimo storditi dallo stanzino ma si ripresero in fretta. Passarono un bel quarto d'ora a cercare se in quel posto c'era qualcosa di più ma nessuno trovò nulla. Si fecero le sette e i tre si separano e tornarono nelle proprie case, mentre che Noah tartassava Jake per ricordargli di appuntare i risultati della loro prima esplorazione.

*

Mary era tranquilla nella sua scrivania, aveva deciso di buttare su carta l'idea che le era venuta in mente visitando le vasche, guardando di tanto in tanto anche la foto che aveva salvato per darsi un idea migliore per le descrizioni. Nel silenzio tombale della sua stanza sentì il telefono vibrare di colpo, controllò velocemente le notifiche e vide un numero sconosciuto che le aveva appena inviato un messaggio.
<Ciao Mary sono Sarah, Noah mi ha passato il tuo numero. Volevo scusarmi per oggi e mi dispiace di essere stata insensibile con te, ma possiamo comunque diventare ottime amiche se ne avrai voglia!>
Un brivido di disgusto le passo dietro la schiena, non voleva avere nulla di più a che fare con quella lì e sicuramente non si sarebbe messa a parlarle gentilmente per uno stupido messaggio di scuse.
«Chi si crede di essere questa? Miss "sono una brava persona ma non lo so dimostrare" non ci casco nella tua trappola! Stupida cagna che non sei altro.»
Ringhiò tra se e la bloccò, in modo tale che lei non avesse più avuto vie di passaggio per darle fastidio. Riprese la penna e continuò la sua storia, finché il telefono non squillò di nuovo : era Noah e probabilmente Sarah gli aveva già detto che il suo messaggio di scuse era finito male. Per la frustrazione Mary agganciò la telefonata di colpo parlando sopra a Noah senza neanche dargli tempo di fare una frase di senso compiuto.
«Senti non me ne frega niente di fare amicizia con la tua fidanzatina, anzi non le voglio proprio parlare quindi vedi di dirle di smetterla di darmi fastidio, e se solo tu Noah provi a mettere benzina sul fuoco domani a scuola di prendo a calci in faccia.»
Sbraitò e riagganciò di colpo. Non ne voleva più sapere di nessuno, voleva solamente finire la sua storia in pace, così che almeno si sarebbe sentita soddisfatta di sé stessa.

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