✲Capitolo 7 - Hermione Granger✲
"I do not think about you at all." - Oscar Wilde
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Odio Malfoy.
Non c'è altro modo per dirlo. Lo odio, lo detesto.
Odio il modo in cui mi guarda con quel suo sorrisetto da sbruffone, come se tutto fosse un gioco, come se stesse solo aspettando il momento perfetto per infastidirmi ancora di più. Odio il modo in cui si muove con quella sua aria di superiorità, come se fosse il padrone di tutta Hogwarts. E odio, con tutta me stessa, il modo in cui riesce sempre a farmi perdere la calma e la pazienza.
Mi ripeto tutto questo mentre cammino a passo svelto lungo il corridoio, stringendo i libri al petto con troppa forza. Il suo tocco, anche se solo per un attimo, mi ha lasciato addosso una sensazione di fastidio che non riesco a scrollarmi di dosso. È stato un contatto accidentale, insignificante. Ma mi ha irritata più di quanto voglia ammettere.
Raggiungo la Biblioteca, per l'ennesima volta questo giorno, e mi lascio cadere su una sedia, cercando di concentrarmi sui miei studi. Devo pensare a cose più importanti. Ho un saggio da finire per Trasfigurazione, una ricerca per Incantesimi e almeno tre capitoli di Pozioni da rileggere. Tutto per le due settimane a venire. Sono in un ritardo assurdo. Eppure, l'unica cosa a cui riesco a pensare è Malfoy e quel suo sorrisetto da stronzo.
Sbuffo e mi costringo a scrivere. La pergamena rimane in bianco per qualche minuto, finché finalmente riesco a mettere giù qualche riga. Il silenzio della Biblioteca è rassicurante, un rifugio dal caos che Malfoy porta sempre con sé. Qui, almeno, posso concentrarmi.
Ma ovviamente, per la più sfigata di tutte le sfigate, la mia pace dura poco.
Un gruppetto di Serpeverde entra nella Biblioteca, ridacchiando tra loro. Il mio corpo si irrigidisce automaticamente. Li ignoro, o almeno ci provo, ma il mio cervello è già in allerta. I miei occhi si muovono quasi da soli e lo trovano subito.
Draco fottuto Malfoy.
Si muove con la solita sicurezza, come se ogni stanza in cui entra fosse stata costruita apposta per lui. Parla con Zabini e Nott, il solito ghigno made in Malfoy sul volto, e io distolgo subito lo sguardo. Non ho intenzione di dargli la soddisfazione di vedermi infastidita.
Ma è troppo tardi.
«Granger». La sua voce mi raggiunge prima ancora che possa cercare di ignorarlo.
Chiudo gli occhi un secondo, poi sollevo lo sguardo con la massima calma possibile. «Malfoy».
Lui si avvicina al mio tavolo con passo lento, calcolato, come se avesse tutto il tempo del mondo per rovinarmi la giornata. Nott e Zabini si fermano poco distanti, con i soliti sorrisetti divertiti stampati sui loro visi.
«Che sorpresa trovarti qui», dice Malfoy, lasciandosi cadere su una sedia accanto a me senza nemmeno chiedere il permesso. «Pensavo che dopo il nostro... incontro di prima saresti scappata a rintanarti nella Sala Comune di voi Grifoncessi».
Lo guardo con un'espressione impassibile. «Mi dispiace deluderti, ma non voglio essere tormentata più di tanto».
Lui ride piano, beffardo, scuotendo la testa. «Oh, Granger, non è tormento. È intrattenimento».
Stringo la penna d'oca tra le dita per evitare di lanciarla contro di lui e cavargli quegli occhi che si ritrova. «Sai, Malfoy, c'è un limite alla tua insopportabilità. Dovresti provare a trovarlo. Oh, dimenticavo, non c'è».
Lui si sporge leggermente in avanti, il suo sorriso che si fa ancora più sprezzante. «E tu dovresti smetterla di fingere che non ti diverta».
Sbatto il libro davanti a me con troppa forza, facendo sussultare alcuni studenti ai tavoli vicini. «Lasciami studiare in pace».
Per un attimo, Malfoy mi guarda in silenzio. Ma è solo un attimo. Poi si alza in piedi con un mezzo sorriso e fa un cenno a Zabini e a Nott, che lo seguono senza dire nulla, divertiti come se avessero appena visto un fottuto spettacolo comico.
Quando se ne va, mi rendo conto di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo.
E questo mi irrita più di qualsiasi altra cosa.
Dopo un po', non riesco a concentrarmi stranamente, così decido di andare a prendere una boccata d'aria nel giardino. L'aria fresca mi aiuta a schiarirmi le idee, ma la frustrazione che provo non si placa nemmeno per sogno.
Riproduco nella mia mente ogni parola scambiata con Malfoy, ogni sguardo, ogni provocazione. Lui non fa altro che giocare con me, e io, come la deficiente che sono, ci casco sempre. Mi riprometto di ignorarlo, di non dargli la soddisfazione di una reazione, ma ogni volta fallisco miseramente.
Mi siedo su una panchina, chiudendo gli occhi per un istante. Devo concentrarmi sui miei obiettivi, sullo studio, sui M.A.G.O. in arrivo. Malfoy non deve essere parte della mia giornata più di quanto già non lo sia.
Ma so che non sarà così facile.
Perché la verità che non voglio ammettere è che lui mi sta entrando in testa.
E non ho idea di come fermarlo.
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