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✲Capitolo 8 - Draco Malfoy✲

"Jealousy...is a mental cancer." - B.C Forbes

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Ottobre è arrivato, e con esso il ridicolo entusiasmo per il Ballo del Ritrovo.

La Sala Grande è già addobbata con decorazioni di foglie incantate che svolazzano sopra i tavoli, i professori parlano del ballo come se fosse il fottuto evento del secolo, e le ragazze non fanno altro che blaterare di abiti e accompagnatori. È dannatamente estenuante.

La mattina inizia con il solito fastidio. Mi sveglio con la consapevolezza che dovrò affrontare un'intera giornata di gente che blatera del ballo, e già questo mi irrita. Blaise è già sveglio, seduto sul bordo del letto mentre si fa il nodo alla cravatta.

«Ti vedo di ottimo umore», commenta con sarcasmo, notando la mia espressione scocciata.

«Se per "ottimo umore" intendi che vorrei lanciare una Maledizione Cruciatus a chiunque pronunci ancora la parola "ballo", allora sì, sto alla grande» brontolo ironicamente in risposta.

Lui ride e scuote la testa. «Ah, Dracuccio mio. Sempre il solito raggio di sole».

Theo, ancora mezzo addormentato, borbotta qualcosa contro il cuscino prima di tirarsi su e stiracchiarsi. «Non ti ho mai visto così incazzato per un ballo. Di solito a questo punto hai già una fila di ragazze che sperano di andarci con te».

«Non me ne frega niente» sbuffo, infilandomi la divisa con movimenti bruschi. «È solo una cazzo di perdita di tempo».

Scendiamo in Sala Comune e, come previsto, troviamo i soliti studenti intenti a discutere su chi accompagnerà chi. Mi siedo al tavolo, ignorando le chiacchiere inutili, e inizio a mangiare, finché non sento un nome, uscito dalla bocca pettegola di Theo, che mi fa bloccare con la forchetta a mezz'aria.

«Hai sentito che McLaggen vuole invitare Granger?».

Il mio respiro si ferma per un secondo, e la mia mascella si serra. Fisso il piatto, cercando di ignorare il brivido di fastidio che mi percorre la schiena. Theo, ovviamente, nota la mia reazione e mi lancia un'occhiata divertita.

«Non dirmi che ti infastidisce, Draco».

«Non me ne frega un cazzo» ribatto in tono piatto, riprendendo a mangiare come se niente fosse successo.

Blaise solleva un sopracciglio, ma non dice altro, la sua espressione scettica.

Finiamo di fare colazione, e la prima lezione della giornata è Pozioni. Arrivo in aula con il solito atteggiamento annoiato, mi siedo e incrocio le braccia al petto, aspettando che Lumacorno inizi la sua lezione del cazzo.

E poi entra lei.

Hermione so-tutto-io Granger.

Mi dà subito sui nervi. Come sempre. Con quell'aria da saputella perfettina, i ricci disordinati, la bacchetta stretta tra le dita come se fosse pronta a incenerire chiunque osasse disturbarla. Mi irrita il solo fatto che respiri lo stesso ossigeno che respiro io.

«Malfoy», dice freddamente quando si siede accanto a me. Perché, ovviamente, oggi lavoriamo insieme. Di nuovo.

Maledetto Lumacorno e il suo sistema di insegnamento anti discriminatorio.

«Granger», replico con un sorrisetto sprezzante.

Ci scambiamo uno sguardo di puro odio prima di iniziare a preparare la pozione assegnata. Il silenzio tra noi è teso, rotto solo da commenti secchi e freddi sul procedimento.

«Taglia meglio gli ingredienti!» sbotta lei a un certo punto.

Stringo la mascella. «Tagliali tu, allora, visto che sei convinta di essere migliore in tutto!»

Lei sbuffa, ma non risponde. Per quanto mi irriti, lavoriamo fin troppo bene insieme, purtroppo, e la nostra pozione risulta quasi perfetta. Ovviamente.

Lumacorno ci loda e assegna punti a entrambe le Case, ma a me non interessa. Preferirei perdere cinquanta punti che sentire un elogio che coinvolge la Granger.

Odio quando tutto gira intorno a lei.

Il resto della giornata è un inferno. In Erbologia con i Tassorosso mi ritrovo a dividere il banco con Pansy, che non fa altro che lamentarsi del fatto che non la porterò al ballo, perché al suo posto ci porterò Daphne, che me lo aveva chiesto prima. In Incantesimi, con i Corvonero, il professor Vitious ci assegna un esercizio a coppie, e questa volta ho la fortuna di non essere, per poco, con la Lovegood. Ma non per questo va meglio. Una delle gemelle Patil fa esplodere la sfera di cristallo, facendomi incazzare ancora di più.

Difesa Contro le Arti Oscure è il culmine della mia frustrazione, perché Burton assegna me e McLaggen come coppia per un esercizio pratico. Stavolta dobbiamo praticare incantesimi di scudo e attacco.

Lui mi fissa col suo sorriso strafottente, la bacchetta stretta tra le dita.

Lo detesto quasi quanto odio la Granger.

«Non trattenerti, Malfoy» dice con un ghigno.

Non lo faccio. E nemmeno lui.

Poi mi lancia un Stupeficium, e io, per un pelo, lo devio.

«Che c'è, Malfoy? Essere un Mangiamorte non ti ha migliorato nel-».

Non lo lascio finire, mettendo la bacchetta in tasca per interrompere il duello e, in meno di un secondo, mi scaravento su di lui, furioso come non mai.

Il mio pugno si scontra con la sua mascella in un suono sordo, facendolo accasciare a terra. McLaggen si riprende subito, ringhiando qualcosa di incomprensibile prima di colpirmi allo stomaco con un pugno altrettanto forte. Il dolore mi fa piegare in due per un secondo, ma non mi fermo. Gli balzo addosso, afferrandolo per il colletto e scaraventandolo contro un banco, rovesciando calamai e pergamene per terra, gli inchiostri nelle boccette disperdendosi nei pavimenti. Lui reagisce afferrandomi per la divisa, spingendomi indietro con forza e colpendomi con un altro pugno al volto. Sento il sapore metallico del sangue riempirmi la bocca, ma la rabbia mi spinge oltre il dolore.

Lo colpisco ancora, stavolta allo zigomo, e lui si accascia per un momento prima di tentare di sollevarsi. Ma non gli do tempo. Lo spingo di nuovo a terra, premendogli un ginocchio sul petto.

«Di' un'altra fottuta parola e giuro che la tua faccia del cazzo sarà così sfigurata che nemmeno i tuoi cazzo di amici ti riconosceranno» sibilo, con il respiro affannoso.

Qualcuno grida di fermarci. Il professor Burton si precipita verso di noi, separandoci con un incantesimo.

«Basta!» tuona. «Punizione per entrambi e meno cinquanta punti alle vostre Case!»

Mi levo la polvere di dosso, guardando McLaggen con disprezzo.

Non me ne frega un cazzo dei punti.

Tutto ciò di cui mi importa è aver picchiato quel coglione.

Se lo meritava.

Dopo la rissa con la testa di cazzo e dopo la punizione (che consisteva nel pulire l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure), passo il resto del pomeriggio in infermeria, dove Madama Chips mi costringe a rimanere per assicurarsi che non abbia subito danni permanenti. Lei mi cura in silenzio, lanciandomi occhiate di disapprovazione mentre applica un unguento sulla ferita al labbro.

«Che spettacolo patetico» borbotta alla fine. «Due studenti che si prendono a pugni come bambini. Dovreste vergognarvi!».

Non rispondo. So che ha ragione, ma non mi pento di niente.

Quando finalmente mi lascia andare, mi incammino verso la Sala Comune dei Serpeverde, il corpo ancora dolente ma la mente più leggera. Ho dato a McLaggen una lezione che non dimenticherà nemmeno quando sarà vecchio e indolenzito.

Arrivato nel dormitorio, trovo Blaise e Theo che mi aspettano con espressioni divertite.

«Allora, Draco, com'è andata la punizione?» chiede Theo, ridacchiando.

«Valeva ogni secondo» rispondo, gettandomi sul letto con un sospiro.

Blaise scuote la testa. «Hai proprio un problema con la Granger».

«La Granger non c'entra nulla, mi ha solo insultato» sospiro, chiudendo gli occhi. Domani ci sarà il ballo.

E per qualche fottuta ragione, so già che la serata non andrà come voglio.

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